“Nadia, ma quando parli non si percepisce mai che sei emozionata”. Questa frase me l’hanno detta diverse volte. Le mie emozioni difficilmente emergono in pubblico.
Bene, dopo 29 anni, oggi, 22 marzo 2024, l’emozione mi ha strozzato la voce. Questa mattina sono andata al Teatro Miela di Trieste a vedere lo spettacolo “Anita batte a macchina…” scritto e diretto da Gioia Battista, drammaturgia sonora e immagini di Nicola Ciaffoni. Sul palcoscenico Giustina Testa e la voce di Ariella Reggio.
Emozioni. Tante. Un fluire di sensazioni, ricordi, pensieri. Lei: Anita Pittoni.
Anita che per Trieste ha fatto molto.
Lei che è stata l’Anima di questa città.
Lei che ancora oggi ha ancora tanto da dirci e da insegnarci.
Gioia ci fa conoscere l’Anima di Anita, la donna che è stata, riuscendo a cogliere la sua personalità, la sua profondità, la sua capacità di andare oltre, di inseguire la sua strada, i suoi sogni. Di non mollare. Giustina calandosi nei panni dell’infermiera che è stata accanto alla Pittoni negli ultimi giorni della sua vita, dialoga nel ricordo con la voce di Anita, affidata ad Ariella.
La regia pulita di Battista valorizza la forza poetica di un monologo toccante, a volte schietto, altre pieno di amore per la vita. Un po’ come Anita.
La vita è arte. È inseguire i propri sogni. Essere se stessi.
Testa con lucida passione ci restituisce un ricordo intimo di una donna che è questa città con il suo dialetto che emerge dalla voce della Reggio.
“Fermite con mi”… Con noi… Anita.
Alla fine dello spettacolo, quando ho alzato la mano per dire una cosa, le ultime parole se ne sono andate con l’emozione. L’emozione di aver percepito l’Anima di Anita. Lei era così. È così.
Andate a vedere questa sera, alle 20.30, questo viaggio interiore, capace di attraversare il tempo, arrivando a noi.
P.S. Nella foto con Ugo Pierri e Afra che hanno conosciuto Anita.