Oggi vi voglio parlare di un altro libro che ieri vi ho accennato: “So anch’io la virtù magica” del soprano triestino Fulvia Ciano, edito da Le lettere scarlatte.

Con schiettezza e semplicità il soprano condivide con il lettore i suoi ricordi.

La madre che la chiamava ad ascoltare la radio: “Vien Fulvieta! Stasera scoltemo la Beterflai!”, la cotta – ancora da bambina – per Mario Del Monaco che l’ha avvicinata ancora di più alla lirica, l’audizione con il Maestro Glauco Curiel e il debutto al Teatro Verdi di Trieste. Fulvia Ciano usa la giusta dose di ironia per portarci indietro nel tempo e raccontarci le sue avventure in un mondo che pian piano cominciava a scoprire. Viene fuori l’Italia degli anni ’60, il cambiamento che ha segnato il modo di vivere di allora. Il suo arrivo a Milano, la sua vittoria al concorso AsLiCo l’ha portata a fermarsi nel capoluogo lombardo, dove ha condiviso alcune serate e sedute spiritiche con il suo amico, il basso baritono triestino, Claudio Giombi.

Non solo, dalle pagine del libro emerge l’Italia del boom economico, ma anche la Primavera di Praga che Fulvia Ciano ha vissuto in prima persona, ritrovandosi una mattina un carro armato davanti alla finestra dell’albergo dove soggiornava.

Quello che però contraddistingue la sua scrittura è l’onestà nel descrivere e rendere le emozioni palpabili. Ciò che vuole raccontare, lo racconta, riuscendo a volte a far sorridere chi ha deciso di addentrarsi in questo suo viaggio, come quando confessa che inizialmente non riusciva a vedere molto i segni del Maestro – in scena non si portavano gli occhiali e le lenti non erano ancora così diffuse -, combinando a volte dei pasticci che la rendono ancora più umana al lettore.

Non una primadonna in pelliccia, bensì una donna-artista che sulla scena ha sempre preferito trasmettere passioni piuttosto che eseguire tecnicamente un’aria.

Teatri importanti e prestigiosi, grandi nomi, Magda Olivero, Giuseppe Di Stefano, Renata Scotto, Paolo Montarsolo, Luigi Alva, ma è Gaetano Donizetti ad aver lasciato un segno nella sua vita, tanto da portarla ad intitolare questo libro “So anch’io la virtù magica”, aria tratta dal Don Pasquale. Senza rimpianti nella sua vita professionale, la Ciano conclude il libro, lasciando aperta la possibilità di un altro.

So anch’io la virtù magica di Fulvia Ciano